Le Origini delle Confraternite nel nostro territorio

Prima di parlare direttamente della Confraternita di Maria SS. delle Grazie di Capranica è necessario inquadrare nel tempo e nell'ambiente l'istituzione delle Confraternite in seno alle Chiese Locali o Diocesi. I nostri paesi, che quasi tutti cominciarono a sorgere intorno al Mille, tra il sec. X e l'XI con un'organizzazione giuridica ben precisa, ossia con la concessione ad un signore locale di edificare un borgo, hanno conosciuto molto presto anche quell'organismo religioso che si chiama Confraternita.Da noi, essendo gli antichi borghi medioevali molto piccoli e del tutto agricoli, le confraternite non hanno avuto un indirizzo corporativo di arti e mestieri, come nelle città del nord e del centro Italia. I liberi Comuni sorti in questa epoca in queste città, affiancarono subito le istituzioni religiose a quelle corporative; e molto spesso vediamo che una qualsiasi Confraternita è anche l'espressione di una categoria di persone che esercita un'arte o un mestiere determinato con propri ordinamenti e statuti. Anche se sempre si deve distinguere la Confraternita dalla corporazione, perché quella ha lo scopo di ottenere la salvezza dell'anima del consociato, mentre questa ha lo scopo di tutelarne gli interessi economici, tuttavia non sempre la separazione è così netta e precisa tra l'una e l'altra istituzione.Purtroppo, per quanto ci riguarda, non ci sono giunti statuti ed elenchi delle nostre antiche Confraternite; e per vari motivi: non sempre erano scritti o anche se lo furono, per le molte vicende che hanno caratterizzato le nostre terre, sempre contese tra un signorotto e l'altro, sono andati perduti, e moltissime volte se ne è perduta pure la tradizione orale.

Le Confraternite dopo il Concilio di Trento

Questo è successo anche perché fino al Concilio di Trento le stesse Confraternite, pur essendo operanti nell'ambito religioso, non erano prese in considerazione dall'Autorità Diocesana del Vescovo, perché rientranti nelle libertà di libere associazioni di culto, che venivano man mano a colmare il vuoto liturgico ufficiale. Infatti la Messa, gli Uffici Divini e gli stessi Sacramenti erano amministrati nella lingua latina, ormai da molto tempo non più comprensibile dal popolo illetterato o meglio analfabeta e con un clero non troppo dedito agli studi umanistici. D'altra parte, finché non si diffusero anche negli strati più bassi gli errori delle nuove eresie e di aperte ribellioni dottrinali, non c'era nemmeno bisogno che l'Autorità del Vescovo intervenisse. Fu proprio quando il diffondersi degli errori mise in pericolo la fede del popolo cristiano che si sentì la necessità dell'intervento del clero; e da allora furono emanati decreti e leggi riguardanti anche le Confraternite strettamente religiose.Da noi ciò avvenne sistematicamente, come del resto in quasi tutta la Cristianità, dopo il Concilio di Trento. Fino a questa epoca sono rari i documenti scritti e approvati dal Vescovo Diocesano. Conosco bene gli Statuti della Confraternita dei Disciplinati di Ronciglione che vantano una documentazione scritta fin dall'anno 1377 (oggi però non più in originale) e la funzione di Presidente esercitata dal Vescovo di Sutri prò tempore a partire dall'anno 1460, esercitata pieno Jure fino al 1912. Altri paesi, come Sutri stesso e ancor più Campagnano di Roma, vengono pure ricordati da qualche documento scritto, ma non ne conosco gli Statuti trascritti. Di altre Confraternite e di altri paesi, subito dopo il Concilio di Trento, se ne parla in tutte le Visite Pastorali; ma sono piuttosto richiami amministrativi circa i legati delle messe e l'uso dei beni.Una cosa risalta subito da quel poco che ci è pervenuto: la laicità che gli iscritti delle Confraternite mostrano nei confronti del clero, ossia la loro indipendenza amministrativa ed organizzativa, dove il Cappellano nominato o approvato dal Vescovo ha le sue mansioni precise riguardanti il settore liturgico-religioso e non altro, come sacerdote. Non era però ancora venuto fuori il laicismo, ben altra cosa dalla laicità veramente e propriamente detta.

Le Confraternite dopo la Rivoluzione francese

Fu appunto la rivoluzione francese a sanzionare e codificare tutta quella serie di ordinamenti giuridici e pratici che ha sconvolto tutte le antiche istituzioni religiose medioevali e che ha laicizzato, nel senso più deteriore del termine, anche quelle con scopi sociali, oltre quelle corporative di arti e mestieri. I risultati di questo vero e proprio massacro, prima istituzionale e poi pragmatico, furono quelli di aver disperso un ricco patrimonio ideale, fatto non solamente di sentimenti, ma anche di comportamenti pratici. E con esso andò di pari passo anche l'accaparramento e lo sperpero di un patrimonio economico, che non andava a beneficio personale di nessuno, ma serviva unicamente a sostenere opere di pubblico interesse: come gli ospedali per i poveri e i bisognosi, collegi, orfanotrofi; e dava contributi vari per beneficienza ed altre forme che la società di allora rendeva necessarie. Questo non vuoi essere affatto un nostalgico rimpianto di una società ideale, quella di allora, perché come in ogni tempo, non mancavano in essa ingiustizie e difetti anche gravi; ma quando si è poi visto che tale patrimonio è andato a finire a beneficio di pochissimi ricchi, allora non si può non constatare che l'ispirazione fu tutt'altro che sociale e a beneficio del popolo. In conseguenza di ciò è venuto poi a mancare ogni finanziamento di opere artistiche: come chiese, cappelle, dipinti e tutto quell'immenso patrimonio racchiuso in conventi e nei locali delle confraternite e che lo Stato non è stato maiin grado di tutelare e ben conservare da solo e con i suoi organi.Per tutta questa serie di leggi e provvedimenti anticlericali non solo, ma dilapidatori di quanto secoli e secoli avevano accumulato, le Confraternite allora furono ridotte al solo e semplice rango di associazioni di Culto, senza più mezzi economici adeguati. Così è cominciata la lenta, ma progressiva decadenza; perché non tutte sono riuscite a superare le gravi crisi e non tutte hanno avuto la forza di ristrutturarsi e di arricchirsi di nuovi mezzi spirituali, come i tempi richiedevano.

Le Confraternite nel Codice di Diritto Canonico fino al Concilio Vaticano II

In Italia con l'anno 1912 si chiude tutta la serie di leggi e provvedimenti che hanno relegato le antiche Confraternite al semplice rango di associazioni strettamente di culto religioso; e fu solamente per l'abilità e la lealtà di qualche dirigente che alcune Confraternite hanno potuto conservare qual che residuo bene patrimoniale per sopperire anche alle necessarie spese di culto, specialmente per le feste annuali. Preso atto di questa nuova realtà sociale sancita dalle nuove leggi, non rimaneva altro che incrementare tutta la parte religiosa e spirituale. Fu così che, grazie allo zelo di alcuni vescovi e sacerdoti, alcuni laici più sensibili si misero a capo delle vecchie Confraternite e le fecero sopravvivere. Ma a dire il vero non furono ristrutturate abbastanza, e sopratutto non le fu infuso quel rinnovato spirito cristiano di spiritualità che i tempi richiedevano e che la Chiesa, nella sua bimillenaria esistenza, tiene sempre in riserbo per offrirla alle istituzioni, che dovrebbero sempre rinnovarsi e mai incrostarsi d'immobilismo. Al solito mancarono uomini che con spirito profetico sapessero indicare le giuste vie da seguire. Fu così che ristrutturazioni e riforme furono ritardate. E' vero però che già da qualche tempo si erano andati affiancando all'azione pastorale della Chiesa in Italia alcuni nuovi movimenti, come l'Opera dei Congressi Cattolici ed altre opere locali. Ma fu sopratutto il Movimento di Azione Cattolica, ideato da Mario Fani e da Giovanni Acquaderni, a dare vigoroso impulso all'apostolato cattolico, non più rinchiuso nelle sagrestie e negli Oratori religiosi. Articolato poi, negli anni tra le due guerre mondiali, nei vari movimenti, trovò la maniera di arrivare ad avviare quel rinnovamento di metodi e di strutture richiesti dai tempi mutati. Certamente non sono sufficienti questi brevi accenni per illustrare la portata dei benefìci effetti dell'Apostolato di Azione Cattolica, tuttavia possono indicare una traccia da approfondire di più. Il Codice di Diritto Canonico del 1917, testimone di questo travaglio di rinnovamento, definisce le Confraternite: " Sodalizio eretto con formale decreto dell'Ordinario (o da religiosi che ne abbiano il privilegio) avente per fine, anche se non esclusivo, l'incremento del culto pubblico ". Si richiedeva uno statuto particolare per esse; dovevano avere una sede in una chiesa o in un oratorio particolare, un titolo, uno scopo; dovevano stare sotto la vigilanza del Vescovo negli atti più importanti. Tutto questo è valso a salvarle ancora nel Concordato tra la Chiesa e l'Italia nel 1929 e nei noti movimenti contro l'associazionismo cattolico da parte del regime fascista nel 1931.

Le Confraternite dopo il Concilio Vaticano II

La lunga e massacrante seconda guerra mondiale però sconvolse talmente e tanto a fondo tutta la Società mondiale che nazioni, movimenti ed Istituzioni si rivelarono, alla conclusione di essa, non più all'altezza delle nuove necessità emergenti da ogni parte. Anche la fede e la pratica religiosa entrarono fortemente in crisi; e mentre quelli di una certa età, educati e radicati in certi fondamenti ed in certi metodi, riuscirono a reggere all'urto universale che si abbattè su tutto e su tutti, i giovani non furono in grado o meglio non trovarono in quelli più grandi di essi, una valida guida capace di infondere in essi nuovi ideali attinti dall'inesauribile forza spirituale di cui Gesù Cristo ha arrichito la Sua Chiesa. Si aprì d'allora un conflitto ideologico, che ancora non è stato del tutto composto e risolto, tra le vecchie e le nuove generazioni. Sorsero qua e là gruppi spontanei, movimenti di ogni genere, gruppi e gruppetti di ogni tendenza, da quella più retrograda a quella più spinta e degenerante. Furono coinvolti in questo ciclone devastatore Parrocchie, associazioni di ogni genere, istituzioni di stati e di governi, scuole, e tutto quanto sorregge la Società umana. In questo cataclisma dissacratore di tutto, la fede e lo Spirito profetico di Papa Giovanni XXIII, gli ispirarono l'apertura di un nuovo Concilio Ecumenico, che fu poi radunato dallo stesso papa e dal suo successore Paolo VI dal 1962 al 1965. Immaginarsi dunque a quale tremenda prova sono state sottoposte le antiche confraternite religiose. Tuttavia alcune di esse, e tra queste proprio la Confraternita di Maria SS. delle Grazie di Capranica, hanno resistito e sono riuscite a sopravvivere. Le Confraternite nel nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) In conseguenza di tutto quanto è accaduto in questo secondo dopoguerra mondiale ed assecondando i nuovi emendamenti emersi dal Concilio Ecumenico Vaticano II, si è reso necessario anche un nuovo Codice di Diritto Canonico, che recentemente Papa Giovanni Paolo II ha promulgato il 25 gennaio 1983. Secondo quanto i nuovi canoni dicono, tutte le varie istituzioni antiche, e moderne, tutti i movimenti recenti e tutte le nuove forme associative di ogni genere hanno trovato un nuovo ordinamento generale, che non fa più questione semplicemente di nomi, ma mira invece alla sostanza di essi. Infatti non si parla più specificatamente di confraternite, di azione Cattolica, di altre denominazioni singole, ma di associazioni di cristiani con queste parole: " Nella Chiesa vi sono associazioni distinte degli istituti di vita consacrata e di società di vita apostolica, nelle quali sia i chierici sia i laici insieme, mediante una comune azione si sforzano di favorire una vita cristiana più perfetta o di promuovere il culto pubblico o la dottrina cristiana o altre opere di apostolato, cioè la diffusione dell'evangelizzazione, di esercizi di pietà od opere di carità e di animare con spirito cristiano l'ordinamento temporale ". Seguono poi le distinzioni tra associazioni private e pubbliche, a seconda della parte che l'autorità ecclesiastica vi ha, e altre disposizioni in cui si ribadiscono le norme già note di libertà di associazione e di gestione e la vigilanza circa la dottrina della chiesa, il culto pubblico, i costumi e gli altri fini da conseguire nell'ambito religioso. In sostanza però nulla è cambiato circa le confraternite religiose se non uno spirito di maggiore approfondimento della vita spirituale e pastorale e l'apertura alle altre associazioni moderne e recenti. C'è insomma spazio per tutti, purché si abbia la volontà di operare e di vivere da veri cristiani

La Fraternità

Non sembri esagerato affermare che un vero, genuino ed ortodosso associazionismo laico è necessario anche alla Chiesa Cattolica. L’ hanno riconosciuto apertamente i Vescovi nel Concilio Ecumenico Vaticano II e lo stanno attuando i vari documenti emanati da quella data, compreso il Nuovo Codice di Diritto Canonico, appena fatto conoscere al mondo. Alcuni valori fondamentali che esso evidenzia e porta avanti servono alla vera ed universale espansione dell'Ecclesia, che non e composta ne di soli chierici ne di soli laici, ma dalla carità e(lallazione e dalle opere di tutti, uniti dallo Spirito Santo che Gesù Cristo ci ha donato e che è stato infuso nei nostri cuori con abbondanza e senza esclusivismi limitativi. Un primo valore che i laici esprimono e di cui arricchiscono la Chiesa e la fraternità. Gesù Cristo ci ha fatti tutti figli di Dio suo Padre e suoi fratelli, mediante la sua venuta nella nostra carne umana, arricchita dei carismi dallo Spirito Santo. Così la vera fraternità umana trova fondamento e mezzi necessari per viverla in Lui. In questo non ci sono distinzioni di sorta e tutti siamo di pari dignità davanti a Dio. Gesù Cristo e venuto a servire l'umanità, non ad essere servito; e cosi facendo ci ha dato l'esempio, come ha detto egli stesso, dopo aver lavato i piedi agli apostoli nell'ultima cena. Sono questi i tre fondamentali principi su cui poggia la fraternità umana, e in particolare quella cristiana. L'associazionismo in generale e le confraternite in particolare si basano essenzialmente su di essi: lo dice lo stesso nome confraternita, confratello. Di fatto trovandosi uniti sotto un medesimo statuto, un protettore, o protettrice, con degli esercizi di pietà di culto fatti in comune, con la medesima veste o sacco processionale, tante differenze e distinzioni che nella società civile spuntano con prepotenza ed ostentazione, di fatto vengono "dimensionate, se non proprio annullate. Quando uomini, anche di differente ceto sociale, sono accomunati sotto una medesima confraternita religiosa, che, con una propria divisa manifesta m pubblico la propria fede cristiana, allora tutto questo significa fraternità. Ciò si deve riconoscere ancora oggi anche nei confratelli di Maria SS. delle Grazie a Capranica.

La Sacramentalità

La vita cristiana trova nutrimento dai sacramenti che Gesù Cristo ha consegnato alla sua Chiesa per le varie necessità e tappe della esistenza umana su questa terra. Dopo il Battesimo e la Cresima che consacrano ciascun fedele a Dio, in Cristo e nello Spirito Santo, e fermo restando l'esplicita destinazione sociale o meglio di servizio verso la comunità dei Sacramenti dell'Ordine sacro e del Matrimonio, è troppo evidente, che la comunità ecclesiale vive dell'Eucaristia e della Penitenza, a cui fa poi riferimento l'unzione dei malati. Sono i due sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza i due pilastri su cui poggia la comunità ecclesiale, perché questa non potrebbe vivere senza un nutrimento sostanziale che è lo stesso Corpo e Sangue di Gesù Cristo, e non potrebbe ricevere questo nutrimento se non fosse purificata continuamente dai propri peccati e deficienze dallo Spirito Santo, ricreatore e santificatore delle singole anime soggette alle tentazioni e ai pericoli di satana, del mondo e della propria carne. Se questo vale per ciascun fedele, molto di più è necessario per ogni organismo che vuole manifestare all'esterno la propria vita comunitaria di gruppo. Così vivevano le piccole comunità cristiane create dagli apostoli; e da allora ogni volta che una qualsiasi comunità, grande o piccola che sia vuole vivere secondo gli insegnamenti di Gesù non può fare a meno di purificarsi con la confessione-penitenza e di nutrirsi con l'Eurocarestia -Comunione. Per quanto riguarda la confraternita di Maria SS. Delle Grazie di Capranica, la seconda domenica di maggio di ogni anno vede radunati nella Chiesa di S. Maria, non solamente tutti i confratelli e i loro familiari, ma quasi tutta la popolazione del paese per ricevere i due grandi sacramenti della penitenza-confessione e dell'Eucarestia-Comunione. Credo che questo fatto sia da valutare in tutta la sua grande portata e converrà consolidarlo nel resto dell'annata e renderlo sempre più efficente mediante un'approfondimento catechetico e liturgico.

La laicità

II Concilio Ecumenico Vaticano II ha valorizzato la laicità in quello che ha di suo proprio specifico, cioè una viti spirituale ed ecclesiale fondata sui compiti dei laici come individui, come componenti della famiglia e della società, con carismi particolari da mettere in opera per la santificazioni o consacrazione del mondo. In ogni tempo non sono mancai mai del tutto nella Chiesa movimenti laicali di diverso genere ma da tutti si notava la subordinata ed eccessiva dipendenza dei laici dalla spiritualità del clero o degli ordini religiosi. E' vero che proprio le confraternite in certo qual modo sempre hanno aspirato ad una propria autonomia spirituale; noi nella dottrina, ma nella vita vissuta, in quelle che sono le particolarità della vita secolare in quanto tale e soprattutto il quanto differente dalla vita consacrata sia del chierico chi del religioso. Mancava però il metodo e la convinzione di essa. S. Francesco di Sales con la sua Filotea ed altri santi l'avevano individuati ed indicati, ma non si erano diffusi molto nel mondo cattolico. In questo contesto ecclesiologico le indicazioni del Vaticano II hanno aperto un nuovo orientamento quando hanno indicato nel popolo di Dio la Chiesa che evidenzia il suo mistero nel singolo fedele, nella realtà domestica propri delle diverse famiglie e nella gerarchia chiamata a garantire la fedeltà alla Parola di Dio, ricevuta per mandato dirette da Gesù Cristo, e in Lui a mantenere l'unità della fede nelle diversità dei carismi. Così i laici sono chiamati non sola mente ad annunciare la verità di Dio ed ad essere l'interlocutori con il mondo, ma a fare l'esperienza esistenziale della vita, che necessariamente tende al molteplice e all'indefinite nelle sue manifestazioni concrete. Ecco allora la varietà dei movimenti che hanno ciascune un particolare modo di esprimersi. Tra questi le antiche confraternite non hanno cessato affatto di occupare uno spazio ecclesiale, purché i secolari ordinamenti trovino espressioni adeguate all'odierna società e all'apertura ecclesiale operata dal Vaticano II. La vitalità dimostrata dalla confraternita di Maria SS. delle Grazie di Capranica è di buon auspicio al mantenimento di una mediazione efficace tra le realtà di oggi e la fede di sempre.

La tradizione

La Chiesa, oltre la Parola scritta, ha avuto sempre la Parola viva che spiega, adatta ed applica la Parola, che è immutabile nei concetti, alle mutevoli condizioni di ogni tempo. Si deve però ben distinguere quello che deriva da una certa pigrizia umana da quello che invece è vera continuità di dottrina e retta condotta di vita. Anche ogni gruppo partecipa a questa doppia funzione con la varietà dei suoi componenti, divisi tra una maggioranza che tende a mantenere le cose di sempre nella loro fissità, ed una minoranza che vorrebbe continuamente cambiare, sostituire ed inventare. Sta ad un buon moderatore saper discernere quello che è giusto da quello che va scartato. Non sempre però ci sono questi saggi in tutti i gruppi; e di qui si spiegano gli alti e i bassi nella vita che i vari gruppi conducono. Questo discorso fatto in generale trova l'applicazione pratica nel singolo gruppo; e la storia s'incarica di verificare quanto in ciascun gruppo stesso ci sia di valido, sia dal lato spirituale che da quello sociale. I radicali e profondi cambiamenti che tutta la società ha subito, specialmente in questo secondo dopoguerra mondiale, hanno messo a dura prova uomini ed istituzioni; tanto che molti e degli uni e delle altre sono crollati o almeno andati in crisi. Quando però uomini ed istituzioni sono riusciti a superare questi ultimi sconvolgimenti, c'è da dire allora che qualche cosa di solido e di serio c'è in essi. E' il caso anche della Confraternita di Maria SS. Delle Grazie di Capranica. Mentre altre Confraternite sono finite oppure sono rimaste scritte sulle carte, questa, non solamente ha mantenuto le sue posizioni, ma si è accresciuta di numero e di attività; segno che qualche cosa ha da dire ancora oggi.

La Fede

La fede non è la stessa cosa del sentimento religioso. Questo ultimo vive nell'interno di ciascun uomo o donna, la fede è invece un fatto anche esterno e sociale, che parte dall'interno (altrimenti non è vero) e si manifesta attraverso comportamenti ripetuti nel tempo e nello spazio. In tal modo rimane garantito sul piano umano il fatto, ossia la storicità della stessa fede. Studiare quindi la vita di fede di un gruppo, come una Confraternita, un movimento, un'associazione qualsiasi serve a scoprire la struttura del Laicato come struttura composita che fa leva sul singolo fedele e su tutto il gruppo esaminato. Però il mondo del singolo fedele si affonda in quella misteriosità che tutti noi chiamiamo coscienza e della quale solamente lo Spirito Santo è testimone ultimo e veritiero. Il mondo del Gruppo invece si può leggere proprio perché è visibile e sta davanti a tutti. Da ciò ne deriva che la Chiesa, come realtà visibile, è anche visibilità del Laicato nella sua struttura sociale. Il singolo è dimensionato dalla sua stessa esistenza e i suoi gesti sono letti sempre in un codice di comportamento che gli è dato. La sua funzione nell'economia della vita consiste così nel sacrificarsi rischiando una verità che lo Spirito Santo direttamente gli dice di annunciare. Ciò che nel singolo fedele risulta di poco conto sul piano storico, viene invece affermato e concretizzato dal gruppo. Così la fede di esso vive una tensione escatologica che in genere si espone nella figura dell'evento spirituale iniziale ed una visibilità storica che continuamente cerca di esporre quella speciale presenza dello Spirito nel mondo. Il popolo è la stessa Chiesa del Gruppo nella sua minore o maggiore capacità di unirsi e complessifìcarsi nella grande famiglia della Comunità locale. Abbiamo così la spiegazione del fenomeno più unico che raro di quello che rappresenta la Confraternita di Maria SS. delle Grazie per Capranica.